Reggae reggae reggae

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lunedì 28 dicembre 2009

Cultura: Il Rastafarianesimo

In moltissimi pensano che la parola “rasta” identifichi quelle persone con i lunghi dreadlocks che ascoltano musica reggae e fumano spinelli, ma tutto ciò è così abissalmente distante dal vero significato che si trova dietro questo termine. Ecco perché questo post sarà dedicato alla cultura, alla tradizione e alla filosofia rasta.

Etimologia: la parola rasta deriva dalla contrazione di "Ras Tafari", espressione etiopica che descrive Tafari Makonnen, Imperatore d'Etiopia dal 1930 con il nome di Haile Selassie I.

Origini storiche: Fondamentale per l’affermazione del rastafarianesimo fu il movimento etiopista, che già nel XIX secolo agitava le comunità africane. Si trattava di una corrente di ispirazione ebraico-cristiana che rivendicava il recupero della dignità culturale e nazionale degli africani, annientati dalla deportazione, dalla schiavitù e dalla “diaspora nera”, mediante il riferimento spirituale e politico all'Etiopia. Nel primo ventennio del ‘900 Marcus Garvey, poeta e filosofo che diede l’imput di sottrarsi dalla sottomissione e dal dominio dei popoli bianchi, basandosi sullo studio della Bibbia, profetizzò l’avvento di un leader nero capace di ricondurre tutti i discendenti degli schiavi africani sparsi nel mondo nella loro terra d’origine, l’Africa, dove il figlio del re Salomone e della regina Saba, capostipite della reale dinastia di Etiopia, fu incaricato da Dio di riportare l’arca dell’alleanza insieme ai primogeniti di Gerusalemme.
I rastafariani vedono in Halie Selassie I, diretto discendente del re Salomone, il Cristo nella sua seconda venuta sulla terra, secondo le attese bibliche ed il compimento della sacra scrittura (Apocalisse 22,4). Egli salito al trono di Etiopia nel 1930, fu l’ultimo negus etiope fino al 1974 quando fu fatto prigioniero a seguito di una rivolta militare, e morirà successivamente in carcere ad Addis Abeba il 27 Agosto del 1975. Tuttavia i rastafariani rifiutano l'idea del decesso fisico o spirituale del loro imperatore, credendo nel Suo occultamento volontario agli occhi degli uomini. I misteri che ancora oggi avvolgono la sua scomparsa (la mancanza di foto o video, la negazione dei funerali, la scelta di non mostrare il suo corpo, la provata falsità delle cause fisiche addotte per giustificare il decesso) sono per loro la dimostrazione della veridicità della propria fede e che Haile Selassie I sia ancora corporalmente vivo e presente sul trono d'Etiopia, come lo stesso Bob Marley canta in Jah Live, che diventerà un inno di conforto, fiducia ed unità per tutti i credenti.
Dopo l'intensa predicazione dei primi seguaci in Africa e in America, ed una prima rapida espansione, a metà del XX secolo, nelle Indie occidentali, negli Stati Uniti, in Jamaica e in Inghilterra, il Rastafarianesimo si è diffuso nel resto del mondo, grazie al potere mediatico della sua vivace cultura musicale, legata al reggae e a Bob Marley, che ne veicola il messaggio teologico insieme agli elementi nyabinghi.

Diverse correnti: All'interno del Rastafarianesimo si osservano diverse correnti interpretative, tra le quali le Twelve Tribes of Israel, i Nyabinghi, i Bobo Ashanti e gli Ortodossi. La prima è la corrente che conta più membri, tra cui celebri cantanti reggae come Freddie McGregor, Dennis Brown, lo stesso Bob Marley, Israel Vibration e molti altri, mentre i Nyabinghi sono la cerchia più ristretta, perché più fondamentalisti.

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