Le associazioni gay americane sono più che mai sul piede di guerra per l'arrivo di uno dei più acerrimi nemici, l'odiato Buju Banton pronto a promuovere negli States il suo Rasta Got Soul Tour 2009. Le associazioni omosessuali stanno operando una forte pressione sui promoter e sui gestori dei locali nei quali l'artista jamaicano dovrà esibirsi, e non sensa successo.
Si muove ora l'etichetta discografica di Buju, che ha diffuso un comunicato stampa del quale ho riportato i pezzi più salienti:
"La Gargamel Music è lieta di confermare che l'artista, nominato quattro volte per il Grammy, partirà con l'annunciato e atteso tour il 12 settembre a Philadelphia. Siamo delusi della frettolosa cancellazione di alcuni spettacoli come quelli di Live Nation/House of Blues e Goldenvoice/AEG. I fans saranno però felici di sapere che abbiamo più di 30 date confermate e che stiamo lavorando per sostutuire gli show cancellati.
Quello che ci preme è rispondere a tutte queste associazioni che dipingono in maniera distorta l'immagine di Buju Banton: sono trascorsi 15 anni da quando l'artista ha scritto il testo di "Boom Bye Bye" in risposta ad un caso che fece molto scalpore in Jamaica, la violenza sessuale su un minore da parte di un uomo, non un invito alla violenza. Il brano è stato ristampato su un famoso riddim dancehall del 1992, così che le radio cominciarono a trasmetterlo provocando una serie di proteste.
"Til Shiloh", l'album uscito nel 1995, ha impresso una forte trasformazione spirituale alla musica jamaicana in un momento particolare della sua storia, è stato uno dei primi a denunciare la violenza crescenti in una città come Kingston.
"Inna Heights", uscito due anni dopo, ha fatto parlare di Buju come il più degno successore di Bob Marley.
Prima che gli Stati Uniti e tutto il mondo prendesse coscienza di cosa accadeva nel Darfur, Buju ne aveva già parlato nel suo album "Unchained Spirit".
L'amore che l'artista ha per l'umanità non è fatto solo di parole, ma anche di gesti concreti. Dodici anni fa in piena diffusione dell'AIDS in Jamaica ha lanciato il progetto Willy, un'organizzazione focalizzata sulla raccolta di fondi per i bambini sieropositivi e per bambini orfani a causa dell'AIDS. Eppure tutto questo viene sistematicamente omesso e tralasciato dalle associazioni gay, che su un pretesto privo oramai di ogni riferimento storico, continuano la loro guerra contro l'uomo e la sua musica. Una guerra personale che non giova nemmeno alla causa della quale si fanno portatrici, ma che anzi le fa apparire solo sterili e ripetitive."